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Troppo alcol, i giovani bruciano le loro vite

I ragazzi pensano, bevendo e ubriacandosi, di sentirsi disinibiti e integrati mentre rischiano di subire danni a volte anche irreversibili

L’alcol non regala felicità e autonomia ma solo illusioni e problemi. Sempre più giovani assumono alcol per sentirsi più disinibiti e integrati nel gruppo.

Bevendo i giovani si sentono più adulti e capaci di prendere decisioni in autonomia, ma è solo un’illusione che li spinge a farsi del male, sia fisicamente che psicologicamente.

Il consumo di alcol tra i giovanissimi, che generalmente viene sottostimato perché ritenuto non troppo preoccupante, comporta invece una serie di conseguenze allarmanti. Certo tra i giovani si diffondono idee di altro tipo: “La cosa fondamentale è divertirsi”; “L’alcol non fa male più di altre sostanze, ma è utile per socializzare”; “Un’ubriacatura ogni tanto può capitare”; “L’importante è non guidare ubriachi” e altre affermazioni di questo tipo, che tendono a giustificare le ultime tendenze nel consumo di alcol tra giovanissimi.

Infatti nel nostro paese è in forte aumento il suo consumo da parte dei giovani: si inizia a bere addirittura attorno agli 11 12 anni, solitamente vino o birra, poi verso i 15-16 anni si sperimentano bevande ancora più alcoliche. Assistiamo a cambiamenti socio-culturali.

Mio padre mi racconta che un tempo si beveva solo a pasto e in occasioni particolari, adesso un adolescente beve per ricercare sensazioni gratificanti, per sballo, per sfida, dando vita così a nuove ‘mode alcoliche’. Tra queste la principale è il ‘binge drinking’: ovvero l’assunzione episodica e in breve tempo di grande quantità di alcol fino a raggiungere un completo stato di ubriacatura.

Fonte: ilrestodelcarlino.it

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