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“Se sballi traballi”, un progetto contro le dipendenze animerà le piazze di Varese nel week end

Sabato animazione in piazza e domenica staffetta soldale per sensibilizzare le persone contro il consumo di droga

Quest’anno, sotto lo slogan “SE SBALLI TRABALLI” un gruppo di soggetti, eterogeneo per appartenenza ma omogeneo per condivisione di finalità e esperienze pluriennali, sostenitori (che hanno aderito al) del Progetto promosso dal SerD dell’ASST Sette Laghi, “DIALOGHI INTECONNESSI TRA GENERAZIONI (adolescenti – giovani – adulti)”, ha deciso di animare, il 25 Giugno dalle 12.00 alle 24,00 le piazze e le strade del centro di Varese con interventi di animazione e di informazione/sensibilizzazione incontrando le persone di tutte le età che in quel pomeriggio transiteranno fra P.zza Monte Grappa, Corso Matteotti / ang. Via Marcobi.

Operatori del SerD, del Centro Gulliver e della Cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione (Colce), con l’appoggio della Cooperative sociali NATURart e  L’Aquilone (cooperativa sociale) porteranno fra la gente le proprie esperienze e i propri saperi accompagnati da concerti, giochi interattivi e animazioni di vario genere. Il progetto DiscoBus nella serata presidierà P.zza Montegrappa con l’affiancamento di operatori del SerD offrendo agli adolescenti e ai giovani della “movida varesina” strumenti interattivi specifici:  etilometro, percorso ebrezza e occhiali della sbronza.

Il tutto mentre dall’area “ex piantone” di Via Veratti dalle 12 di Sabato 25 Giugno alla stessa ora di Domenica 26 Giugno il Centro Gulliver organizzerà con EcoRun Varese la 24H STAFFETTA SOLIDALE “NON CI STO DENTRO” (percorribile anche a distanza).

Sarà una occasione per vivere intensamente questa giornata organizzata dall’ONU contro l’abuso e il traffico illecito di droga “per acquisire conoscenza e consapevolezza e condivisione perché il sapere condiviso sui reali pericoli del fenomeno droga significa “partecipazione attiva” in questa lotta ed è lo strumento essenziale per salvare vite”.

Il fenomeno delle Dipendenze continua a mantenere un particolare significato nell’immaginario collettivo.

La dipendenza come malattia non ha ancora avuto l’adeguato riconoscimento da parte dell’opinione pubblica e non è la sola conseguenza dell’uso di sostanze. Sono ancora diffusi socialmente stereotipi e stigmatizzazioni che relegano il fenomeno ad un corollario comportamentale più incline alla devianza che al disagio.

I processi della comunicazione sociale servono a sensibilizzare la pubblica opinione perché le conoscenze consentano di riconoscere a chi soffre di una patologia da dipendenza il corretto statuto di malato e il diritto di poter accedere a cure adeguate.

Questa riflessione apre anche la discussione sul rapporto fra la repressione dell’offerta di sostanze, il contrasto del “mercato”, e la riduzione della domanda di sostanze, modulata fra diagnosi precoce, tempestivo e corretto accesso alle cure e promozione del benessere psicologico di adolescenti e giovani adulti.

Oggi poi la fragilità adolescenziale si manifesta sempre di più da un lato attraverso il ritiro sociale, dall’altro con agiti violenti e aggressivi auto o etero diretti, spesso con l’aumento di comportamenti di addiction e soprattutto di abuso/dipendenza da sostanze psicotrope.

Il consumo di droga interessa una ampia gamma di sostanze e di età della vita. Fra le persone che fanno uso di droghe, la poliassunzione è comune, ma difficile da stimare, e i modelli individuali di consumo vanno da quello sperimentale a quello abituale, fino alla dipendenza. La Relazione europea sulla droga 2021 dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze riporta che in Europa la Cannabis è la droga più usata e che la prevalenza del consumo è circa cinque volte superiore a quella delle altre sostanze. Benché il consumo di eroina e altri oppiacei rimanga relativamente modesto, queste sostanze stupefacenti continuano a essere quelle più comunemente associate alle forme più dannose di uso, compreso quello per via parenterale/iniettiva.

E tutto questo quando dagli USA arriva la notizia che nel 2021 i morti per overdose sono stati più di centomila, il numero più alto di sempre e in forte aumento rispetto al 2020.

Nello stesso periodo nel nostro paese i morti per overdose sono stati 163 a cui vanno aggiunti 52 decessi sospetti; complessivamente l’età media è risultata di poco superiore ai 39 anni con una netta prevalenza dei maschi sulle femmine (89,6% contro 10,4%). Fra i deceduti per overdose poco più del 76% sono Italiani mentre il 67,5% erano soli al momento dell’assunzione della dose letale, dose letale che nel 47,2% è stata l’Eroina, nel 9,2% la Cocaina, nel 5,5% cocktail di sostanze e farmaci e nel 3,1% un cocktail di sostanze e alcol; infine nel 2,5% cocktail di farmaci e alcol.

Agli operatori dei Servizi e del Privato Sociale è riconosciuto di aprire dibattiti intono a questi temi perché questa discussione sia sempre in primo piano nelle agende della società civile e non sia lasciata ai margini, ma diventi il focus di politiche sociali e di  azioni finalizzate alla cura e alla prevenzione.

Fonte: bcc-lavoce.it

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