asd

Seguici anche su

Droga, Parolin: “Diamo ai giovani ragioni per vivere”

Indagare sulle ragioni che portano i giovani alla dipendenza della droga, invitando a guardare all’esperienza del beato Livatino, offrendo “modelli e stili di vita all’altezza della dignità della persona”. Eccola, l’esortazione che il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha messo nero su bianco nel messaggio inviato al Centro Studi Rosario Livatino in occasione della presentazione, domani presso il Senato, del volume “Droga. Le ragioni del no. La scienza, la legge, le sentenze”, scritto dal vicepresidente dello stesso Centro Studi Alfredo Mantovano.

Parolin non usa mezzi termini, mettendo in guardia dai “rischi di ogni semplificazione che si vorrebbe realizzare in materia, attraverso più o meno ampie misure di liberalizzazione”. L’accento è sulla dimensione ludica della droga, ottenuta “a prezzo di una frattura tra la percezione soggettiva e la realtà circostante”. Qualcosa di paradossale, perché si realizza “mediante l’alterazione di quelle facoltà per le quali il soggetto può dirsi persona”. Il porporato invita ad andare oltre, a scavare sulle cause che portano alla dipendenza, ricordando che la droga “coinvolge direttamente quello della persona e della sua dignità, in particolare sotto i due profili qualificanti della libertà e della socialità”. Si tratta di un malessere esistenziale “che assume diverse forme, a seconda della condizione personale e sociale” come “la solitudine, lo smarrimento di fronte alle sfide della vita, la mancanza di senso e – specialmente per gli adolescenti e i giovani – di un contesto familiare ricco di relazioni sane e educative”.

La sfida da affrontare, anche per la Chiesa, è quella, spiega, di offrire “modelli e stili di vita all’altezza della dignità della persona, veramente liberanti e socializzanti, in grado di rispondere alla domanda di vita piena che alberga nel profondo di ogni essere umano”. La strada dunque non è quella di “assecondare” forme di alienazione ma favorire “la ricerca delle ragioni del vivere, le soli capaci di promuovere un’autentica libertà della persona umana mediante il pieno sviluppo delle sue capacità, non alterandole, sospendendole o riducendole”. L’esempio di Livatino, dunque, è “vero antidoto a ogni bisogno disordinato di evasione”, è riscoprire “la dignità che invece il consumo di sostanze stupefacenti rinnega, frustra e compromette”.

Fonte: Avvenire

Condividi su