Seguici anche su

Cocaina, boom della produzione mondiale: quanto è diffusa e chi la consuma in Italia

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, nel 2020 la produzione globale di cocaina ha raggiunto il record di 1.982 tonnellate. In Italia è la sostanza illegale più consumata dopo la cannabis: solo l’anno scorso ne sono state sequestrate oltre 20 tonnellate, il dato più alto mai registrato.

Il mondo sta perdendo la “guerra contro la droga”, inaugurata nel 1971 dal presidente statunitense Richard Nixon. È quanto sostiene il settimanale britannico The Economist, che punta l’attenzione su un dato: secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, nel 2020 la produzione globale di cocaina ha raggiunto il record di 1.982 tonnellate. Un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente, quasi il doppio della quantità prodotta nel 2014.

Che cos’è la cocaina

Ottenuta dalle foglie di coca, pianta originaria del Sud America, la cocaina è una sostanza stupefacente che nella maggior parte dei casi è disponibile sotto forma di polvere da sniffare o di cristalli da bruciare e fumare (“crack”). Il suo uso produce una serie di effetti come euforia, maggiore loquacità, lucidità mentale e annullamento della sensazione di stanchezza. Ma causa anche conseguenze indesiderate, come dipendenza psichica e fisica e problemi al sistema cardiovascolare, diversi a seconda della modalità e della frequenza d’uso.

La storica Vanessa Roghi, in un articolo pubblicato su Domani, definisce la cocaina come la “regina delle sostanze stupefacenti, perché associata a un’immagine positiva e vincente che poco ha a che vedere con la sostanza in sé e moltissimo con la società in cui viviamo”.

La diffusione di cocaina in Italia

Ma com’è la situazione in Italia? Nella “Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia” si legge che la cocaina è la sostanza illegale più consumata dopo la cannabis e che il suo mercato è “in grande espansione”. Solo l’anno scorso nel nostro Paese sono state sequestrate oltre 91 tonnellate di sostanze stupefacenti. Di queste, più di 20 tonnellate (il 22%) erano cocaina. Si tratta di 45,3 chili ogni 100mila residenti, il dato più alto mai registrato.

Dal 2011 al 2021, infatti, non solo sono aumentate le operazioni antidroga rivolte contro il mercato della cocaina (+23,3%), ma hanno visto un incremento significativo anche i quantitativi sequestrati (+36,9%). Questo, tuttavia, non sembra aver avuto un impatto sulla diffusione di tale stupefacente: come si legge nel rapporto, infatti, “l’analisi delle acque reflue descrive una concentrazione della sostanza media di 12 dosi ogni 1.000 abitanti/giorno, quantitativo medio in crescita dagli anni precedenti”.

Il maggior numero di sequestri registrati nel 2021 confermerebbe inoltre “l’espansione delle attività del narcotraffico e il ruolo strategico dell’Italia come Paese di snodo e di transito verso altri mercati di consumo”. Le maggiori quantità di cocaina, non a caso, sono state sequestrate proprio nei porti (quasi il 99%), con provenienza soprattutto da paesi del Sud America, in testa Ecuador, Colombia e Nicaragua.

Tra le sostanze stupefacenti, la cocaina è quella caratterizzata dai prezzi più alti, che “variano tra i 35mila e 42mila euro al chilo nel traffico di grandi quantitativi e tra i 73 e i 93 euro al grammo nello spaccio”. Negli ultimi dieci anni, inoltre, il prezzo di questa sostanza ha registrato un aumento costante.

Chi la consuma

Trattandosi di un fenomeno illegale e sommerso, è molto difficile reperire dati sul consumo di sostanze stupefacenti nella popolazione. Tuttavia, nella Relazione annuale al parlamento si stima che nel 2019 i consumatori di cocaina nel nostro Paese fossero circa 950mila. Secondo l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda), che nel suo ultimo report si basa su dati del 2017, quasi il 7% della popolazione italiana di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha provato la cocaina almeno una volta nella vita. Dati che fanno dell’Italia il quarto Paese europeo per consumo di questa sostanza.

I consumatori di cocaina hanno un profilo estremamente fluido. Possono essere lavoratori e professionisti che ne fanno uso per sostenere ritmi di lavoro pesanti oppure persone che la assumono solo saltuariamente in corrispondenza di momenti sociali o di svago. Probabilmente a causa dei prezzi elevati, la cocaina sembra essere meno diffusa tra gli studenti: la European School Survey Project on Alcohol and other Drugs(Espad) riporta che degli studenti con età compresa fra i 15 e i 19 anni, solo l’1,8% ha consumato cocaina nell’ultimo anno.

Altre informazioni provengono dalle comunità di recupero presenti sul territorio: nel 2021 il 37% delle persone in cura presso queste strutture faceva uso di cocaina. Negli ultimi anni è aumentato anche il numero di persone in trattamento presso i SerD (i servizi pubblici per le dipendenze patologiche): l’anno scorso, il 22% degli assistiti faceva uso di cocaina che, dopo l’eroina, “si conferma la seconda sostanza più utilizzata”. Più della metà dell’utenza in carcere, inoltre, è assistita per uso primario di cocaina o crack.

Non mancano le conseguenze sulla salute. Negli ultimi anni, infatti, “i decessi correlati al consumo di cocaina sono aumentati, registrando nell’ultimo triennio un tasso di mortalità pari a 1,7 decessi ogni milione di abitanti”, recita il rapporto. Sono in salita anche i ricoveri ospedalieri dovuti all’uso di questa sostanza: dall’11% del 2011 sono passati al 26% nel 2020, “con i ricoveri maschili che risultano raddoppiati e quelli femminili triplicati”.

Fonte: upday.com

Condividi su