A cura del Gruppo di lavoro per la prevenzione dei danni causati dalla cannabis.
Cannabis: una droga leggera!
Non è esattamente così! La Cannabis è dotata di un’ampia gamma di proprietà psicoattive. Tra queste, le sostanze maggiormente presenti nella maggior parte dei prodotti a base di cannabis sono il THC (Delta9-tetraidrocannabinolo) che ha effetto psicostimolante ed il CBD (cannabidiolo) che ha effetto sedativo. Nel commercio illegale la cannabis ha subito selezioni per aumentarne le caratteristiche psicotrope (ad es. 20 volte il contenuto in THC originale) quindi con rischio più
elevato di induzione di psicosi.
Riferimenti (1)
La Cannabis non è neanche una droga vera e propria, infatti non da dipendenza!
Falso anche questo! Il 30% di coloro che usano cannabis presentano una tossicodipendenza dal nome “Disturbo da uso di cannabis”. Inoltre, le persone che iniziano l’uso prima dei 18 anni rischiano da 4 a 7 volte più di un adulto di sviluppare il Disturbo.
Riferimenti (2,3,4)
Ma perché ci preoccupiamo dei ragazzi? Tanto la Canna se la fumano gli adulti per rilassarsi.
Magari fosse! Stiamo assistendo, tristemente, all’anticipazione progressiva dell’età media di inizio dell’assunzione, che spesso in Italia si colloca nella fascia di età della scuola media, cioè tra gli 11 ed i 14 anni. L’agenzia europea – European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction – stima che
il 27,2% della popolazione abbia fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita e che il 15,4% della popolazione con età compresa tra 15 e 34 anni (circa 1,85 milioni di italiani) ne abbia fatto uso nell’arco dell’ultimo anno. Di questi una percentuale inferiore utilizza cannabis su base quotidiana e continuativa. L’Italia detiene inoltre il primato (insieme alla Francia) di casi di ragazzi che hanno fumato cannabis la prima volta a 13 anni o prima dei 13 anni di età (il 4,4% della popolazione con questa fascia d’età, ovvero circa 66.000 ragazzi in Italia).
Riferimenti (5,6,7,8,9,10,11,12)
Ma che male c’è se i ragazzi si fanno una canna di tanto in tanto?
I dati purtroppo ci dicono che il problema non è riconducibile ad “una canna ogni tanto”, che già sarebbe comunque dannosa. Il 25,8% degli studenti nella fascia d’età 15-19 ha fumato cannabis almeno una volta nell’ultimo anno (29,4% maschi e 22,1% femmine) e circa 75.000 studenti italiani
in questa fascia d’età fumano abitualmente cannabis (10 o più volte al mese), determinando un effettivo e importante fattore di rischio per l’insorgenza di disturbi psichiatrici.
Riferimenti (13)
Ma che danni può fare la Cannabis, non staremo esagerando nel parlarne?
No, direi proprio di no. I rischi sono tanti ed è bene elencarli tutti:
• Suicidio: Uno studio ha evidenziato che gli adolescenti che fanno uso regolare di marijuana hanno probabilità sostanzialmente maggiori di una successiva dipendenza da cannabis, di uso di altre droghe illecite, e di tentativo di suicidio.
• Sviluppo della sindrome amotivazionale e disturbo schizofrenico: tra i consumatori abituali di cannabinoidi almeno il 10% dei precoci e forti consumatori (1-2 gr/die) sviluppa un disturbo schizofrenico e che almeno il 30% sviluppa una sindrome amotivazionale da cannabis. L’uso regolare di cannabis con alti livelli di THC e bassi livelli di CBD aumenta il rischio di sviluppare schizofrenia di 3-5 volte e di abbassare l’età di insorgenza della malattia.
• Cancellazione della memoria: la formazione di ricordi comporta la creazione di nuovi circuiti tra neuroni. Il THC produce l’effetto di “cancellazione casuale”. Nel nostro cervello, infatti, nel tempo, interviene una potatura per eliminare i collegamenti inutilizzati tra i neuroni.
Questi vengono identificati proprio perché le loro sinapsi inattive rilasciano
endocannabinoidi. Il THC, che interferisce con l’azione delle molecole simili, come appunto gli endocannabinoidi, crea una potatura generalizzata colpendo anche i circuiti utili.
In pratica cancella la memoria.
• Compromissione delle capacità cognitive: nei consumatori regolari di cannabis si è costantemente riscontrata, la presenza di deficit nell’apprendimento verbale, nella memoria e nell’attenzione.
• Declino neuropsicologico: test neuropsicologici sono stati condotti all’età di 13 anni (prima dell’inizio del consumo di cannabis) e di nuovo all’età di 38 anni (dopo che si era sviluppato un modello di consumo persistente di cannabis). L’uso persistente di cannabis è stato ampiamente associato al declino neuropsicologico in tutti i domini di funzionamento (avendo tenuto sotto controllo la variabile “anni di istruzione”). Il deterioramento si è
concentrato tra i consumatori di cannabis ad esordio adolescenziale, con un uso più persistente associato a un maggiore declino.
Riferimenti (14,15,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25,26,27,28)
Comunque, fumarsi una canna è sempre meno dannosa di una sigaretta!
In effetti non è esattamente così, anzi la cannabis provoca, a livello delle vie aeree, disturbi più nocivi del fumo di tabacco per diversi motivi, fra cui:
• Le inalazioni prolungate e profonde;
• Il contenuto di idrocarburi insaturi superiori del 50%.
Addirittura, per quanto riguarda il catrame che si deposita nel polmone, si stima che uno spinello corrisponda a 5 sigarette.
Riferimenti (45,46)
Veramente? Ho sempre saputo che sono le sigarette a causare il cancro, non certo le canne.
Anche gli spinelli causano lo stesso problema, infatti numerose ricerche hanno suggerito lo sviluppo di carcinoma orofaringeo e laringeo negli assuntori abituali.
In un campione di pazienti con carcinoma di età inferiore ai 40 anni è emerso che il 70% di essi aveva una storia di uso cronico della sostanza. Un ulteriore studio su 12 giovani (dai 19 a 38 anni) con diagnosi di carcinoma squamoso oro- faringeo, ha svelato che erano tutti fumatori abituali di mariyuana. Scoperta replicata in un altro campione di 20 giovani con carcinoma laringeo.
Probabilmente, oltre alla modalità di assunzione, le cause sono ascrivibili alle maggiori concentrazioni di benzopirene e benzoantracene presenti nella mariyuana (idrocarburi aromatici policiclici noti per le proprietà cancerogene).
Anche per la gola e i polmoni la canna non è certamente un toccasana, infatti il fumo di mariyuana induce broncocostrizione a causa di un effetto infiammatorio causato dalla sostanza stessa.
Inoltre, potenzia gli effetti cancerogeni del tabacco.
Infine, i forti fumatori di hashish fanno registrare una maggiore frequenza di bronchite e tosse cronica.
Riferimenti (47,48,49,50,51)
Ma se mi faccio qualche canna per rilassarmi e studiare meglio?
Ecco, anche quello non aiuta, anzi! I consumatori di cannabis precoci e persistenti hanno mostrato un calo medio di otto punti nel Quoziente d’Intelligenza (QI) rispetto ai coetanei che non l’avevano
usata e ai coetanei che consumavano cannabis ma non in modo sostenuto. In pratica si diventa meno intelligenti.
Riferimenti (29,30)
Sembra un po’ esagerato, magari rilassandosi un po’ si va meglio a scuola.
Non è esatto, anzi, si va meglio via da scuola. Una recente analisi che utilizza i dati di tre ampi studi in Australia e Nuova Zelanda ha rilevato che gli adolescenti che facevano uso regolare di marijuana avevano minore probabilità, rispetto ai loro coetanei non utilizzatori, di terminare la scuola superiore o di raggiungere la laurea. Quindi oltre che il cervello, la canna ti brucia il futuro.
Riferimenti (31)
Va bene, ma se smetto passa tutto? O no?
Purtroppo, no! Si è osservato che la cessazione dell’uso di cannabis non ha ripristinato completamente il funzionamento neuropsicologico tra i consumatori di cannabis ad esordio adolescenziale. I risultati di studi suggeriscono un effetto neurotossico della cannabis sul cervello degli adolescenti.
Riferimenti (32,33,34)
Ho capito, ma a me della scuola interessa poco, il mio futuro è nel pallone o nello sport.
Allora, anche in questo caso è meglio pensarci bene prima di farsi una canna, sia per gli aspetti legali che per l’impatto negativo sulle prestazioni. Infatti:
• L’Agenzia Mondiale Anti-doping (World Anti-Doping Agency, WADA) ha inserito la Cannabis tra le sostanze proibite in tutti gli sport nel 2004. Si può essere espulsi dalle competizioni o, addirittura non ammessi, anche con una sola canna.
• In una recente review, due studi hanno riscontrato un impatto negativo sulle prestazioni.
Quindi fumare canne non aiuta a vincere, anzi è un freno.
Riferimenti (35,36)
Ci manca solo che la canna porti pure l’influenza…
Forse l’influenza no, ma non aiuta di certo il sistema immunitario, anzi! Numerosi studi dimostrano che l’assunzione cronica di cannabis predispone anche all’aumento di infezioni da Herpes Simplex.
Inoltre il THC riduce la risposta immunologica di difesa verso le infezioni da Escherichia Coli, Listeria,Monocytogenes e Staphylococcus Aureus
Riferimenti (52)
Almeno, con una canna in mano, oggi non ho problemi con la polizia.
Forse, ma certo i problemi arrivano quando la passi a qualcuno per un tiro. Passare uno spinello anche senza fumarlo, anche gratis, è spaccio di sostanze stupefacenti. Si rischia l’arresto per poi essere processati in tribunale. La differenza tra detenzione ai fini di spaccio e detenzione a uso
personale viene individuata dal giudice in base alla quantità di droga rinvenuta (oltre che presenza di bustine, bilancini o somme in denaro).
Per la cannabis il reato di spaccio è punito con la reclusione da 2 a 6 anni mentre con le droghe pesanti (tra cui l’ecstasy) da 8 a 20 anni.
Quando viene valutato l’uso personale non siamo di fronte ad un reato ma ad un illecito di tipo amministrativo. Si applicano cioè sanzioni quali la sospensione della patente e il ritiro del passaporto. Si può essere inviati a seguire un programma terapeutico riabilitativo predisposto dal servizio pubblico per le tossicodipendenze. Per i minori, quest’ultima è la più tipica sanzione decisa
dai prefetti, dopo aver convocato i genitori.
Riferimenti (37)
Comunque, tutti questi problemi sparirebbero se finalmente legalizzassero la Cannabis.
Falso anche questo. Infatti, nei paesi dove la legalizzazione è avvenuta, i problemi sono peggiorati.
Ad esempio, la legalizzazione della cannabis può facilitarne l’uso nella popolazione universitaria.
Negli Stati Uniti, l’aumento più marcato dei consumatori di cannabis dopo la legalizzazione è stato nella popolazione in età universitaria (18-25 anni di età) con il 38% degli studenti universitari che usa regolarmente prodotti a base di marijuana.
Sempre negli Stati Uniti, i cambiamenti delle politiche sulla marijuana hanno avuto effetti contrastanti sulla salute degli adolescenti: i potenziali benefici della depenalizzazione si scontrano con gli esiti negativi sulla salute evidenziati dall’aumento degli incidenti automobilistici legati alla cannabis, dalle visite al pronto soccorso e dai ricoveri in ospedale.
Il caso delle Hawaii è particolarmente significativo. Le Hawaii hanno legalizzato la cannabis nel 2000.
I dati del Fatality Analysis Reporting System sono stati analizzati prima (1993-2000) e dopo (2001- 2015) la legalizzazione. È emerso che la positività al THC tra i decessi dei conducenti è aumentata dalla legalizzazione, triplicando dal 1993-2000 al 2001-2015. La metanfetamina, che è rimasta
illegale, e la positività all’alcol non erano significativamente diverse rispetto a dopo il 2000. Le vittime THC-positive erano più giovani e, più probabilmente, avevano incidenti con un solo veicolo, notturni e per eccesso di velocità. Era meno probabile che avessero usato una cintura di sicurezza o
un casco (33% contro 56%). La positività al THC tra tutti i pazienti feriti testati presso il centro traumatologico è aumentata dall’11% al 20% dopo la legalizzazione (praticamente raddoppiata).
Riferimenti (38,39,40,41,42,43,44)
Vabbè, ma non la stiamo facendo troppo seria? In fondo anche Alcol e Tabacco fanno male eppure sono in libera vendita…
L’utilizzo di Cannabis rispetto a Fumo e Alcol (che sono comunque regolamentati e proibiti ai minorenni) ha caratteristiche piuttosto diverse sulla base di almeno due criteri essenziali.
Il primo è la conservazione di una condizione personale cosciente, lucida e responsabile.
Sia L’alcol in modiche dosi (esiste una legislazione in proposito) che il fumo, non causano la perdita della autocoscienza, cosa che invece avviene con la cannabis. Questo comporta non solo un danno alla propria salute, ma è un rischio anche per la comunità.
Il secondo elemento è la distinzione fra uso e abuso. Nel caso dell’alcol, ad esempio, in condizioni controllate e in assenza di problematiche fisiche o legate all’età, l’uso moderato non porta a perdita di controllo. L’abuso ovviamente si e per questo è normato e con pene anche molto severe. Nel caso di consumo di droga invece è proprio il semplice uso a produrre alterazioni psico-fisiche.
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Fonte: scelgolavita.it