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Cannabis e adolescenti. “Aiutare i più fragili a liberarsi dalle dipendenze”

“Al di fuori delle tematiche legate a proibizionismo e liberalizzazione delle droghe leggere, cerchiamo di offrire risposte concrete ai bisogni degli adolescenti e alle preoccupazioni delle famiglie”. All’interno dell’aula magna dell’Isii Marconi si è tenuto un convegno promosso dall’associazione “La Ricerca” dedicato al consumo di cannabis tra i più giovani.

“Cannabis e adolescenza le ragioni per preoccuparsi al di là del dibattito politico” il titolo dell’incontro con protagonisti Flavio Bonfà, psichiatra ed ex direttore del Sert di Levante e Ponente e Mauro Madama, operatore specializzato nel sostegno e nel recupero dei tossicodipendenti. Con loro il presidente dell’associazione “La Ricerca” Enrico Corti che ha spiegato: “Non ci interessa entrare nel dibattito politico e ideologico, ma ci sembrava importante indagare concretamente la situazione attuale sottolineando l’importanza di sostenere sensibilità educative e intercettare le problematiche degli adolescenti”.

“Necessario sostituire il protagonismo della sostanza stupefacente con il protagonismo della vita” ha sottolineato Corti durante un convegno partecipato da diversi educatori e personalità delle realtà associative locali. Nel corso dell’incontro è emerso che l’Italia insieme alla Francia – nonostante l’ampio regime sanzionatorio – sia uno dei paesi con il più alto consumo di cannabis in Europa. Dato che pone qualche interrogativo d’obbligo sugli effetti del proibizionismo. Tema che però è stato volutamente accantonato dai relatori che si sono interessati sulle risposte da offrire a giovani e famiglie: “Bisogna esaminare con lucidità la letterature scientifica più recente che ci dice che l’utilizzo di cannabis in adolescenza può determinare delle modificazioni celebrali le cui conseguenze ancora non conosciamo”.

Cosa consiglierebbe a un ragazzo che utilizza per la prima volta la cannabis? “Che non divenga l’unico momento per vivere della sua giornata, se si accorge di questo deve chiudere aiuto”. A proposito di aiuto, sia Bonfà che Madama sostengono quanto sia fondamentale investire nella rete di assistenza: “Dal consumo problematico alla richiesta di aiuto passano in media tra i quattro e cinque anni; dobbiamo cercare, a livello di associazioni, di intercettare molto prima il bisogno di uscire dall’imbrigliamento delle droghe”.

Per Madama necessario non generalizzare: “Un consumatore occasionale è una cosa, un consumatore che fuma tutti giorni è un’altra e chi non riesce ad alzarsi o andare a dormire senza fumare è un’altra cosa ancora”. “Non facciamoci inquinare dall’ideologia, abbiamo la consapevolezza che non esistano soluzione immediate ma di certo bisogna investire nell’approccio socio culturale prima ancora di quello legislativo – ha concluso Bonfà -. La cannabis insieme a nicotina e alcol riesce a irretire soprattutto le persone più fragili, noi dobbiamo darli gli strumenti per liberarsi dalla dipendenza”.

Fonte: liberta.it

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