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66esima sessione della commissione stupefacenti delle Nazioni Unite di Vienna. l’intervento di Andrea Fantoma, esperto Dipartimento politiche antidroga.

“Il diritto al recupero: un approccio per un efficace percorso di cura e di reinserimento delle persone affette da disturbi legati all’uso di sostanze.”

Dott. FANTOMA : Dalle buone prassi consolidate ai nuovi percorsi per il reinserimento delle persone affette da disturbi legati all’uso di sostanze 

Come forse molti tra i presenti sanno, in Italia da molti anni è stato costituito il Dipartimento per le Politiche antidroga che ha il compito, la mission, di coordinare le Politiche e gli interventi attuati dai vari Ministeri aventi competenza in materia.

L’attività di coordinamento ed indirizzo si basa , perfettamente in linea con la visione europea e dell’UNODC, sulle evidenze scientifiche e su quelle esperienziali , perfezionando nel tempo i criteri di valutazione di efficacia di ciascun servizio e/o intervento.

È prioritario l’approccio fondato sul rispetto dei diritti umani, che sia non stigmatizzante e non discriminante nei confronti della persona tossicodipendente: se vogliamo costruire delle comunità accoglienti e sicure, dobbiamo affermare che l’accesso ai servizi di cura e trattamento non va negato a nessuno. Il diritto alla salute deve essere garantito a tutti. Ogni politica nel settore deve avere fondamento nell’evidenza scientifica accreditata da fonti istituzionali, poiché solamente essa può garantirne l’efficacia.

Oggi ascolteremo insieme alcune delle buone prassi che hanno già dato dimostrazione di efficacia nella nostra Nazione e che , “mutatis mutandis” , potrebbero essere prese a modello e ad esempio anche in altri Stati.

La gestione pubblica o del Privato accreditato non deve essere concorrenziale in senso antitetico e conflittuale, ma anzi potrebbe generare nuovi stimoli di riorganizzazione e risposte ad un fenomeno in forte e veloce evoluzione.

Ogni persona che fa uso di sostanza può essere salvata. Occorre cambiare l’approccio culturale: da problema cronico alla possibilità del recupero.

A chi ha il problema della dipendenza occorre mandare il messaggio che esiste una seconda possibilità, perché nessuno si senta abbandonato quando decide di cambiare strada.

In molti Stati c’è una pericolosa deriva che spinge a percepire come normale l’uso di droghe; questa pseudocultura della normalizzazione è fomentata da gruppi di pressione capaci di mobilitare enormi somme per influenzare cittadinanza e legislatori . Oggi più che mai è necessaria una azione coordinata basata sulle evidenze scientifiche ma ancorata saldamente al concetto che non si può abbandonare una politica di prevenzione e di corretta informazione; è indispensabile una azione di DE-MARKETING rispetto al mainstream dilagante che ad esempio spaccia per “leggere” sostanze ad alto contenuto di principi attivi altamente nocivi per la popolazione generale.

Le principali linee di indirizzo che pensiamo di sviluppare in Italia sono:

  1. Creazione di un Sistema integrato di accesso : che si basi su una valutazione e progettazione personalizzata ed una presa in carico precoce estendendo in modo uniforme in tutte le Regioni, in tutti i territori.
  2. Garantire il coinvolgimento costante del Terzo Settore, come partner fondamentale di un sistema pubblico/privato, attraverso l’utilizzo degli strumenti dell’amministrazione condivisa (co-programmazione, co-progettazione e accreditamento).
  3. Garantire la libertà della persona di scegliere dove curarsi. Eliminare le barriere alla mobilità interregionale, nel rispetto della libertà di scelta del luogo di cura da parte delle persone.

Il risultato atteso da questi primi tre punti è il Potenziamento dei protocolli terapeutici e la facilitazione dell’accesso a strutture che possano dimostrare l’efficacia dei propri interventi, al fine di poter superare il concetto di territorialità e puntare sulla qualità.

  • Garantire alle Comunità accreditate e convenzionate la predisposizione del progetto terapeutico e la certificazione di tossicodipendenza. Strutture accreditate e convenzionate devono avere anche la possibilità di certificare lo stato di tossicodipendenza.
  • Sviluppare un sistema di valutazione comparativo su parametri di accesso, specificità e intensità di cura, globalità di presa in carico, esiti clinici e psicosociali.
  • Definire linee guida nazionali per l’uniformità dei percorsi appropriati sul versante terapeutico
  • Promuovere la costituzione di équipe multiprofessionali stabili in tutte le Regioni , a livello degli ambiti territoriali, per la presa in carico globale e multidimensionale delle situazioni che presentano bisogni complessi sotto il profilo sociosanitario.
  • Definire su scala nazionale linee guida, modelli di intervento e strategie operative e budget relativi per la presa in carico precoce delle persone che usano sostanze e che sviluppano dipendenze patologiche comportamentali.
  • Sviluppo di un approccio multidimensionale, che coinvolga tutte le componenti della società, per il superamento dello stigma e la diffusione della percezione della dipendenza come patologia curabile e superabile
  • Disegnare nuovi  percorsi rieducativi dei detenuti tossicodipendenti, tema che infatti assume dei caratteri del tutto peculiari . Pensiamo alla necessità di una Revisione del sistema delle misure alternative e della messa alla prova, sia in termine

di estensione dei parametri di accesso, sia in termini di ampliamento del contenuto riabilitativo e risocializzante che implementando le norme relative al percorso di concessione delle misure alternative.

Concludo dicendo che il richiamo ai diritti impone di interessarci del significato da conferire a termini come libertà e responsabilità.

 Per chi intende riscrivere le legislazioni sulla droga avvicinandole a esperienze di legalizzazione, libertà ha la declinazione di fare quello che si vuole, incluso darsi la morte, o comunque porre sé stesso nelle condizioni di non essere più sé stesso , di non poter discernere e prendere decisioni consapevoli.

Chi come noi contrasta questa deriva è convinto invece che la libertà consista nel porsi nelle condizioni di rispettare sempre sé stessi e la propria dignità, e nel dare senso alla propria vita. Se parliamo di diritti, è questo il terreno di confronto e di scontro.

Importanti obiettivi sono già stati raggiunti, negli anni sono stati fatti passi avanti enormi nel dare risposta ai problemi posti da droghe e dalle dipendenze, ma ci troviamo continuamente di fronte nuove sfide: insieme, uniti, dovremo essere capaci, pur nell’ambito di una sana dialettica, di  trovare sempre nuove risposte.

Fonte: dipartimento per le politiche antidroga.

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